La legge di bilancio 2019. Le donne e i giovani.
Qualche giorno fa il Governo del cambiamento, per bocca di Giancarlo Giorgetti il leghista sottosegretario della Presidenza del Consiglio, ha annunciato che ‘la manovra cambierà il giusto e in meglio’ confermando ciò che Noi, insieme a tanti altri, diciamo da tempo.
Quella approvata alla Camera, attraverso l’ennesima fiducia posta dal Governo, è una manovra farsa.
L’ennesimo imbroglio di Lega e 5 Stelle.
Due partiti che, in un Paese accecato dalla paura, hanno carpito la fiducia degli Italiani promettendo l’impossibile e l’irrealizzabile.
Forze politiche che, causa incapacità e chiacchiere, hanno già bruciato 300 miliardi di risparmi degli Italiani e costruito le condizioni per l’aumento del debito.
E non ancora appagati di quanto combinato in appena 6 mesi di governo, hanno trasformato la Camera dei Deputati in una sorta di sala d’attesa. Mentre noi, fino a ieri 8 dicembre, abbiamo provato a rimarcare la necessità di prorogare e prevedere misure aggiuntive in materia di lavoro, pensioni, diritti delle donne, infrastrutture, il Governo del cambiamento deve ancora scrivere il bilancio per il 2019.
Di fatto queste settimane di lavoro alla Camera non sono servite a nulla.
Abbiamo discusso di una manovra che non c’è.
La verità è che a tre settimane dalla fine dell’anno, non abbiamo ancora la manovra.
Con il rischio di esercizio provvisorio e di recessione che incombe sulle famiglie, sulle imprese e sul futuro.
Hanno votato, attraverso la fiducia al Governo, una manovra che sarà. Forse si e forse no.
E allora Noi, che non ci rassegniamo a questa mediocrità, avendo in mente sempre e solo il Paese, abbiamo comunque utilizzato i nostri spazi di intervento, per denunciare le mancanze di questa loro idea di Paese. Per sollecitare questa sgangherata compagnia delle gaffe e del dietrofront, come potrei definire diversamente un Governo che non rispetta gli impegni assunti, che ogni giorno annuncia di avere cambiato idea su annuncio del giorno precedente, sui temi che più ci sono cari.
Avrebbero dovuto cancellare la Riforma Fornero. Rivoluzionare il sistema pensionistico italiano.
Lo hanno scritto anche nel Contratto di Governo.
‘Con la Quota 100 realizzeremo le aspettative pensionistiche degli Italiani’.
Non sappiamo ancora se e come sarà questa benedetta Quota 100.
38 Anni di contributi, 62 di età? Con o senza penalizzazioni? Solo per il 2019?
Non sappiamo. Non so. Non è dato sapere.
Ci sono però alcuni dati certi e verificabili.
Se sarà Quota 100, le donne saranno pesantemente penalizzate.
Si tratta infatti di un meccanismo che laddove entrerà in vigore, agevolerà i lavoratori che hanno avuto una carriera lavorativa lunga e continua. Prevalentemente lavoratori del Nord Italia.
Non le lavoratrici. Perché iniziano a lavorare tardi e il loro percorso lavorativo, nella maggior parte dei casi, si interrompe più volte.
Giusto qualche anno fa abbiamo posto fine alla terribile pratica delle dimissioni in bianco.
Ma sono ancora tante le donne che lasciano il lavoro dopo il primo figlio. Fenomeno speculare a quello delle donne che non fanno figli per paura di perdere il lavoro.
E sono tante le donne precarie e che lavorano in nero. Come quelle che svolgono lavori di cura e famigliari non riconosciuti a fini pensionistici.
Ecco perché noi riteniamo che il Governo debba, ancora nel 2019, prorogare il programma Opzione Donna.
Per dare risposta positiva alle aspettative di tante donne che, sebbene con un assegno alleggerito, stante l’applicazione, per l’intero percorso lavorativo, del regime contributivo, potrebbero uscire dal mondo del lavoro e accedere al trattamento pensionistico.
È una questione di equità.
È un investimento in equità.
In un Paese in cui su 23 milioni di occupati solo poco più di un terzo sono donne, l’occupazione delle donne è arrivata negli ultimi anni al 49% ma la media europea ( 60%) è ancora lontana, con un divario occupazionale che arriva al 18%.
In una struttura sociale e famigliare che poggia prevalentemente sulle spalle e sul lavoro delle donne.
Le donne di età compresa fra 25 e 44 anni, in un giorno medio settimanale, lavorano in totale (lavoro retribuito e familiare) 53 minuti in più dei loro partner e il divario cresce di oltre un’ora alla presenza di figli.
Opzione donna come risarcimento a fronte dell’iniquità di un sistema pensionistico fortemente tarato al maschile.
Ma nel lungo periodo occorre inserire elementi di riequilibrio che prendano atto delle storture del mercato di lavoro e che riconoscano il valore sociale del lavoro di cura attribuendo allo stesso un valore monetario, almeno in termini di contributi previdenziali, per chi se ne fa carico.
Le donne prima e più di tutti.
Noi abbiamo cominciato a costruire strumenti, penso alla revisione e all’ampliamento dei congedi parentali, all’estensione al diritto di maternità alle lavoratrici autonome, con l’intento di favorire la condivisione dei compiti di cura e i carichi famigliari. Perché è inutile girarci intorno, la conciliazione dei tempi di vita e di quelli di lavoro insieme al miglioramento quantitativo e qualitativo della rete dei servizi, sono leva fondamentale per costruire pari opportunità nel mercato del lavoro e per far sì che i percorsi professionali femminili inizino, si realizzino e terminino secondo dinamiche e tempi sostenibili per le donne e significativi al fine di invertire il trend demografico del nostro Paese.
Perché la denatalità, il calo demografico e l’indice di vecchiaia confermati dall’ ISTAT, il 2017 è terzo anno consecutivo in cui i nuovi nati non superano quota 500 mila, il segmento d’età che va da 0 a 14 anni è penultimo fra le fasce demografiche e le persone che hanno compiuto 60 anni sono di più dei trentenni, sono inversamente proporzionali alla qualità di vita e alle opportunità delle donne.
Non a caso il Forum delle Associazioni delle famiglie ha rilanciato sul Patto per la natalità.
Vanno costruite le condizioni perché le donne scelgano la maternità.
Vanno costruite le condizioni perché le giovani coppie intraprendano il percorso della genitorialita’.
La manovra farsa non dice nulla a proposito. Nessun segnale in termini di welfare.
La misura delle terre incolte per le coppie che mettono al mondo il secondo figlio preferirei non commentarla e l’introduzione di flessibilità nella normativa sulla maternità, mi preoccupa.
Perché immagino che a fronte di poche donne che potranno scegliere di lavorare fino al 9 mese, troppe saranno quelle ‘obbligate’ o ‘indotte’ a fare questa scelta.
E non vorrei che questo fosse solo il primo passo per smontare questo fondamentale meccanismo di tutela della maternità e altri diritti delle donne. A riguardo Pillon docet.
E poi per finire questa breve riflessione.
La manovra farsa non guarda al futuro e non pensa ai giovani.
Nonostante ieri, in Piazza del Popolo, Matteo Salvini abbia citato, ritengo impropriamente, De Gasperi ‘Uno statista guarda alla prossima generazione non alle prossime elezioni’. L’aumento della spesa corrente (vedremo, durante il passaggio della manovra in Senato, come, se e quando reddito di cittadinanza e quota 100 prenderanno forma), attraverso il ricorso al debito preclude ulteriormente il diritto pensionistico delle generazioni più giovani.
Ministro Salvini, altro che guardare ‘alla prossima generazione’ la manovra, se la scriverete (perché quella votata ieri, bene ribadirlo, è pura farsa) con questo approccio, è squisitamente elettorale. Niente di più.
Incentivazione delle assunzioni a tempo indeterminato come misura strutturale, salario minimo garantito, pensione di garanzia per i giovani.
Queste sarebbero misure sfidanti e di prospettiva. Per il Governo del cambiamento ma anche per Noi che in particolare sulla seconda e terza misura non abbiamo utilizzato l’accelerazione giusta.
E allora, signori ministri uomini del Governo del cambiamento, Salvini, Di Maio, Conte e Tria, quando scriverete la versione ufficiale della legge di bilancio per il 2019, rifletteteci.
Pensate al Paese. Pensate alle donne e ai più giovani. Smettetela di bluffare.
Non metteteci con le spalle al muro!
Sarà un caso che nessuna donna sia protagonista nella predisposizione della Legge di bilancio 2019?
Romina Mura _ Deputata Partito Democratico