Sacchetti biodegradabili e compostabili.
Questo è il problema?
Da oramai due giorni non si parla d’altro. Mentre Trump rivendica di avere il pulsante nucleare più grosso e vero di quella di Kim Jong-un, Noi ci dividiamo sull’opportunità o meno di una disposizione di civiltà.
Quella che stabilisce un percorso per ridurre l’utilizzo della plastica e il suo successivo, e sappiamo quanto inquinante, riversamento in mare, nelle campagne, nei fiumi!
Bene. Pienamente lecito non vedere di buon occhio quei 2 centesimi che vanno via a sacchetto. Supponiamo 3 ogni volta che si fa la spesa per quattro volte al mese. Per complessivi 4 Euro all’anno per i sacchetti dello scandalo. Ci sta.
D’altro canto 4 euro sono il costo di un pacchetto di sigarette e, senza dubbio, molto molto meno di quanto un accanito giocatore di macchinette, brucia ogni giorno, nella speranza di moltiplicare i propri danari.
Se cosi non fosse, non potrei spiegarmi come a Sadali ( piccolo Comune di 980 anime) nel 2016 ( fonte L’Espresso) i soldi giocati alle macchinette sono stati oltre 760 mila Euro. 775 € per abitante . Ancora non riesco a capacitarmi di questo dato. Sto provando a metterne insieme elementi per provare a costruire un ragionamento. Ma per me Sindaca, che ogni volta che mette mano al bilancio, ha un attenzione particolare per la spesa sociale, questo dato è un pugno nello stomaco!
Ma torniamo ai nostri sacchetti. Introduciamo un ulteriore elemento.
È assolutamente necessario che l’obbligo dell’acquisto del sacchetto da parte del consumatore si accompagni alla possibilità di poter utilizzare, da parte dello stesso, uno shopper, una retina, un cesto di vimini, o quello che meglio ci arriva dalle esperienze del Nord Europa. Si i Ministeri competenti, sarebbe bene, definissero, attraverso una circolare, questa possibilità. E anche su questa acuta osservazione convergo.
Ho però alcune perplessità.
Il Parlamento italiano recepisce, nello scorso mese di agosto, una direttiva europea, quella che appunto prevede l’utilizzo di shopper ultraleggeri in materiale biodegradabile, che nel merito mi appare abbastanza nobile e giusta. Attenzione. Parliamo di un provvedimento di agosto 2017.
Il caso scoppia in campagna elettorale. Con tutte le fake connesse.
La cugina di Renzi. L’imprenditrice che andò alla Leopolda. E via dicendo. Anche in questo caso rimuovendo, con la solita ipocrisia tipica dei puri, la consapevolezza di quanto la chimica verde e innovativa sia importante, in Sardegna in particolare, in termini di sviluppo, riconversione industriale e occupazione.
E ancora fingendo che non sia importante attuare misure positive per tutelare l’ambiente e quindi la nostra qualità di vita.
Immagino che nessuno di noi, sino al 31 dicembre scorso, abbia mai pensato che i sacchetti utilizzati per imbustare pere, mele e pomodori ovvero le bellissime confezioni in cui stava e sta la belga, le ciliegie spagnole, i frutti di bosco o il sedano ( parlo da esperta che fa la spesa ogni settimana) fossero a gratis per noi consumatori? No dai siamo troppi abili per credere che nel prezzo della carne ovvero delle carote non fosse compreso quello della busta o del vassoietto in plastica, l’una e l’altro terribilmente inquinanti. Certo quel costo compreso nel prezzo non appariva nello scontrino. E si sa come funziona. Occhio non vede, cuore non duole.
Noi servi dell’Europa, invece, abbiamo attuato un ulteriore strumento di politica sostenibile, che declina in modo intelligente il principio ‘chi inquina paga’. E guarda un po’, nello scontrino della spesa a partire dal 1 gennaio 2018 compare l’intruso. Sacchetto della spesa € 0,02.
Ora è chiaro che ogni sacchetto acquistato ha e debba avere un costo. Per l’ambiente oltre che per il consumatore. Ciò che cambia è solo la consapevolezza. Prima, forse, non c’era. Ora si. E questo è già un importante risultato.
È davvero incredibile che i sacchetti biodegradabili siano diventato il terreno di scontro in campagna elettorale. È chiara la povertà di argomenti e visione dei nostri avversari politici.
Su di noi un nuovo capo d’accusa. Dopo gli 80 euro ai redditi medi, la riduzione del canone Rai, il reddito d’inclusione sociale, la riduzione delle tasse alle imprese che assumono, le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie, i finanziamenti per la scuola. Dopo le unioni civili, il Dopo di Noi, il testamento biologico. Dopo tutto ciò abbiamo osato attuare un’altro provvedimento che ci mette in linea con le altre democrazie europee.
Preso atto di questa discussione post cenone di Capodanno, avendo ceduto io stessa alla tentazione di dire la mia, chiudo la parentesi sacchetti e riprendo la mia riflessione sui 770 mila euro che nel 2016, i miei concittadini Sadalesi, hanno destinato al gioco.
Questo è il problema. Per me.
Avessi letto, a riguardo, qualcosa sui social. Macché meglio i sacchetti biodegradabili!
Romina Mura _ Deputata Partito Democratico