Rilanciamo le proposte sull’equo compenso e sul limite di utilizzo dei co.co.co nell’editoria.
I professionisti dell’informazione e della comunicazione, le giornaliste e i giornalisti hanno il diritto di veder riconosciuto per legge un lavoro profondamente mutato, a non essere condannati anche loro alla piaga del lavoro povero.
Questi lavoratori sono quotidianamente impegnati a stare al passo dell’evoluzione del mercato dell’informazione ma non hanno l’aspettativa di una retribuzione dignitosa e adeguata alla loro professionalità. Devono muoversi alla velocità del web e del digitale, seguire l’aggiornamento professionale obbligatorio per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti, acquistare di tasca propria gli strumenti tecnologici necessari per poter lavorare.
Anche per questi lavoratori della democrazia è arrivato il momento di parlare di dignità retributiva e previdenziale, di considerare che i collaboratori con all’attivo decine di articoli pubblicati arrivano, a fine mese, a percepire meno del reddito di cittadinanza.