La crisi sanitaria ha allargato il divario Nord-Sud. Sono cinque le regioni del Mezzogiorno con un sistema produttivo ad alto rischio di tenuta: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Sardegna. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla competitività dei settori produttivi diffuso dall’Istat.
La crisi legata alla pandemia ha prodotto divisioni sul territorio italiano, anche a causa della applicazione delle misure di contenimento della pandemia su base regionale; la vulnerabilità del tessuto produttivo locale dipende sia dal grado di diffusione, al suo interno, dei settori maggiormente colpiti dalla crisi, sia da quanto esso è specializzato in tali attività.
Un indicatore del grado di “rischio combinato” (in termini di imprese e addetti), dei territori permette di evidenziare come la crisi tenda ad accentuare il divario tra le aree geografiche italiane: delle sei regioni il cui tessuto produttivo risulta ad alto rischio combinato, cinque appartengono al Mezzogiorno, (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Sardegna) e una al Centro Italia (Umbria). Le sei regioni classificabili a rischio basso si trovano invece tutte nell’Italia settentrionale (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento).
Quanto emerge dal Rapporto ISTAT su competitività dei settori produttivi non fa che confermare ciò che diciamo da tempo. La necessità di intervenire con coraggio e misure definitive sulla storica fragilità di alcuni sistemi regionali, la maggior parte dei quali al Sud.
Per quanto attiene la Sardegna, lo stato di insularità deve essere la condizione da cui si parte per perequare ed equilibrare, avendo prima individuato Livelli essenziali di prestazione da garantire (LEP) in materia di salute, istruzione, welfare e mobilità. Occorre colmare il gap infrastrutturale. Quello fisico, attinente i trasporti, come quello sociale, attinente l’efficienza dei servizi per famiglie e imprese, quindi colmare una volta per tutte il divario digitale.
Le risorse di New Generation EU sono allora occasione unica di intervento. Per rimettere in piedi e rilanciare un sistema produttivo e imprenditoriale provato da decenni di difficoltà oltre che dal covid.