Oggi, la testata Castedduonline, scrive di una donna di Quartu Sant’Elena, che dal 2003 lavora all’azienda ospedaliera G. Brotzu di Cagliari come addetta alle pulizie e che avrebbe deciso di licenziarsi in quanto, dopo il cambiamento del turno di lavoro, non si trova in condizioni di occuparsi adeguatamente della figlia.
Bisogna cominciare a chiedersi se si vuole davvero che le donne in Sardegna la smettano definitivamente di fare figli. Perché il caso avvenuto al Brotzu è esemplificativo di come nello stabilire i tempi del lavoro non si vuole proprio tener conto dei carichi di cura delle donne in ambito familiare. Questo tema deve salire alla dignità di un serio dibattito politico e sociale, perché le donne che si trovano nella situazione di dover fare scelte drammatiche tra lavoro e figli sono tante, troppe. Non è solo una questione di dignità e parità di opportunità ma di meditare se davvero la maternità, in una regione che invecchia sempre più, ha valore sociale oppure no.
