Ieri, in prima lettura alla Camera, abbiamo approvato la legge di bilancio 2021.
Lo abbiamo fatto alla fine di un anno terribile ma determinati a strutturare un nuovo percorso per la crescita del Paese. In una giornata, il 27 dicembre 2020, che passerà alla storia come quella in cui è iniziata la riscossa contro il mostro invisibile, il Covid. Ieri i primi vaccini sono stati inoculati in medici e infermieri. E non poteva essere diversamente visto il lavoro immenso di questi professionisti che spesso hanno pagato con la vita l’essere stati sempre in prima linea contro la pandemia.
Sarà un semplice caso. Ma aver approvato la legge di bilancio in questa giornata storica non è casuale.
Attraverso di essa, scriviamo nuove pagine della nostra storia repubblicana. In tema di diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Relativamente alla parità di genere. Rispetto al nostro sistema di welfare e all’approccio in materia di beni pubblici.
Rendendo strutturale e definitiva la scelta dello sviluppo sostenibile e green. Del recupero e dell’economia circolare. Della transizione ecologica.
Promuovendo significativamente un altro modo di vivere il territorio e di insediarvisi. Quello urbano come quello rurale.
Aprendo la partita, oramai non più rinviabile, della riforma fiscale.
Una manovra il cui peso economico è significativo quanto la data in cui è stata approvata, 40 Miliardi le risorse allocate nei vari capitoli di spesa con il Parlamento che, attraverso un lavoro condiviso maggioranza-opposizioni, ha migliorato e arricchito il testo approvato dal Consiglio dei Ministri.
Il contesto è quello del quadro strategico europeo. La sospensione del Patto di stabilità. L’allentamento dei vincoli della normativa in materia di aiuti di stato. Il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Il Next Generation EU. Una nuova Europa che nasce per forza maggiore. La pandemia. Ma partendo dalla quale non si potrà tornare indietro.
La risposta continentale al Covid è la prima pagina di quell’Europa dei popoli che intendevano i Padri fondatori. La strada è lunga, ma oramai tracciata. La legge di bilancio 2021 con il giusto mix fra misure di supporto e assistenza al sistema Paese, messo in ginocchio dalla pandemia, misure di rilancio, investimenti e interventi che strutturano un nuovo modello di welfare, che in parte sperimentato nel periodo dell’emergenza, si inserisce perfettamente in questo quadro.
A seguire alcune misure particolarmente caratterizzanti. Rinvio poi al Dossier realizzato dal Gruppo Pd alla Camera che approfondisce tutti gli interventi della manovra e a successiva nota dove metto in evidenza le misure di bilancio destinate a contribuire alla parità di genere.
L’assegno universale per i figli fino al compimento di 18 anni oltre a sostenere le famiglie e ad accendere una luce nell’inverno demografico italiano, amplia e universalizza l’intervento dello Stato a sostegno della maternità e della paternità a prescindere dall’essere dipendente o partita iva.
Un salto di qualità che si rivela rivoluzionario e che adeguatamente accompagnato da un’altra serie di misure, molte delle quali ugualmente anticipate in questa manovra di bilancio, potrebbe contribuire a quella inversione demografica quale variabile fondamentale per lo sviluppo.
Ricordo che l’Istat ci dice che quest’anno le nascite potrebbero andare sotto la soglia limite delle 400 mila nascite. E aldilà di tutte le elaborazioni sulle politiche di sviluppo e della grande quantità di risorse, laddove non riuscissimo a incidere adeguatamente sulla leva demografica, temo che risalire la china potrebbe essere particolarmente gravoso.
La proroga degli ammortizzatori sociali con causale Covid e il divieto dei licenziamenti sino a marzo 2021, si accompagnano con misure di sostegno al reddito dei lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS che rappresentano un primo passo di quella che sarà la rivisitazione degli strumenti di protezione dei lavoratori. Traguardo fondamentale, quello di equiparare le tutele per le lavoratrici e i lavoratori a prescindere dalla formula con cui prestano la propria attività professionale. In questi mesi di pandemia sono emerse in modo forte le differenze fra garantiti e non garantiti. Fra coloro che hanno la possibilità di fruire di strumenti di sostegno al reddito e gli altri che invece, autonomi e partite iva, non avevano mai avuto questa prerogativa.
In emergenza abbiamo cominciato a muovere i primi passi verso un ammortizzatore, un indennizzo, uno strumento di sostegno per tutte le lavoratrici e i lavoratori. Con la manovra di bilancio introduciamo l’ISCRO (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa), per le partite iva iscritte alla gestione separata INPS. Una misura sperimentale in attesa di riformare il complessivo sistema degli ammortizzatori sociali.
Per il biennio 2021-2022 e in via sperimentale, si estende alle assunzioni di tutte le lavoratrici donne lo sgravio contributivo attualmente previsto a regime solo per le assunzioni di donne in determinate condizioni, elevando dal 50 al 100 per cento la riduzione dei contributi a carico del datore di lavoro. La durata dello sgravio – nel limite di 6 mila euro annui – è pari a dodici mesi, che possono arrivare a diciotto in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato. Condizione per lo sgravio è che le assunzioni comportino un incremento occupazionale netto calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori rilevato in ciascun mese ed il numero dei lavoratori mediamente occupati nei dodici mesi precedenti. Alla copertura degli oneri concorrono, per 37,5 milioni di euro per il 2021 e 88,5 milioni di euro per il 2022, anche le risorse del Programma Next Generation EU.
Viene modificata la disciplina in materia di incentivi per l’efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici, tra le altre cose prorogando l’applicazione della detrazione al 110 per cento (il cosiddetto “superbonus”), per gli interventi di efficienza energetica e antisismici effettuati sugli edifici dal 1° luglio 2020 fino al 30 giugno 2022 (rispetto al precedente termine del 31 dicembre 2021), da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo e in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spesa sostenuta nel 2022.
Si stabilisce inoltre che la detrazione si applichi anche agli interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche e nel caso siano effettuati in favore di persone aventi più di 65 anni.
L’aumento del 50 per cento dei limiti delle spese ammesse alla fruizione degli incentivi fiscali per gli interventi di ricostruzione riguardanti i fabbricati danneggiati da eventi sismici viene esteso a tutti i Comuni interessati da eventi sismici avvenuti dopo il 2008 dove sia stato dichiarato lo stato d’emergenza.
La detrazione prevista per l’installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica su edifici viene estesa anche agli impianti solari fotovoltaici su strutture pertinenziali agli edifici.
Per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 per gli interventi di installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, la detrazione è riconosciuta nella misura del 110 per cento, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo e in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spesa sostenuta nel 2022.