L’immigrazione è stato il fatto saliente di questi anni di nostro Governo.
E lo sarà ancora negli anni che verranno.
Perché i flussi di persone che dai Paesi più poveri, dal Continente africano in particolare, si muovono verso l’Occidente e l’Europa, continueranno e nessuno potrà fermarli.
Dovremo gestirla l’immigrazione secondo due direttive principali. Il dovere di solidarietà verso chi, donne o uomini o bambini, fugge da situazioni di guerra, repressione e povertà.
L’obbligo di costruire un sistema di accoglienza sostenibile sia per chi viene ospitato, sia per i Paesi e per le Comunità che ricevono e accolgono.
Ecco nel corso di questa legislatura parlamentare, Noi Partito democratico, con i nostri Governi, abbiamo gestito l’emergenza immigrazione. Spero che nessuno dimentichi mai le donne incinte, i bambini, i giovani africani che, nel tentativo di raggiungere un porto sicuro, una terra amica, hanno perso la vita nel Mediterraneo.
Io non dimentico e sono orgogliosa del fatto che Noi, il mio Paese, il mio Governo, il mio Partito, tutte le Istituzioni e i soggetti coinvolti, abbiamo sempre scelto di soccorrere quelle persone in mare.
E non abbiamo mai avuto dubbi. Fra la vita di quelle persone e i confini nazionali, fra la vita di quelle persone e un certo consenso elettorale, abbiamo sempre scelto la vita.
I nostri Gruppi parlamentari di Camera e Senato, i nostri Sindaci con Giusi Nicolini in testa, i nostri medici e il nostro sistema sanitario con Pietro Bartolo e tutti gli altri, Matteo Renzi prima e Paolo Gentiloni dopo, la Guardia costiera, il mondo del volontariato. Tutti in prima linea. Senza paura e con onore.
Non sono certo mancate le difficoltà nella gestione dell’accoglienza. E non poteva essere diversamente.
Ma anche su questo siamo intervenuti e con Marco Minniti, Ministro dell’interno, abbiamo corretto e migliorato il sistema di accoglienza per gli aventi diritto e velocizzato le procedure di rimpatrio per i richiedenti asilo non in regola, costruito le condizioni politiche per ridurre il numero degli sbarchi ( che si è ridotto del 33%), anche, attraverso la lotta contro i trafficanti di uomini.
In Libia, in particolare, l’Italia sta lavorando su tre assi fondamentali: contrasto ai trafficanti, miglioramento degli standard di accoglienza e sostegno alle comunità locali nei paesi interessati dai flussi migratori. È proprio in seguito al forte pressing del Governo italiano che le agenzie delle Nazioni Unite sono intervenute nella gestione dei campi di detenzione libici dove è assolutamente urgente e prioritario garantire il rispetto dei diritti umani. È prevista per inizio 2018, infatti, l’apertura del primo centro di transito per richiedenti protezione internazionale dell’UNHCR a Tripoli. È il passo decisivo che attendevamo.
L’Italia, in solitudine, con l’Europa che a lungo si è voltata dall’altra parte, ha affrontato la questione dell’immigrazione con umanità e grande capacità organizzativa. E grazie a Noi, l’Unione comincia a muovere i primi passi verso una politica europea dell’immigrazione. L’unica che possa fornire risposte strutturali a un fenomeno che continuerà nei prossimi anni.
Fra i primi atti che segnalano il cambio di approccio c’è l’avvio del percorso di modifica del Regolamento di Dublino da parte del Parlamento europeo.
La novità principale della misura è l’abolizione del principio secondo cui il Paese in cui il richiedente asilo fa il primo ingresso, è unico competente e responsabile nella valutazione della domanda d’asilo lo stato in cui il richiedente asilo. A favore di un sistema automatico e permanente di ricollocamenti in tutti i paesi dell’Unione europea secondo un sistema di quote.
Indovinate chi ha votato contro questa modifica? Gli europarlamentari del Movimento 5 stelle. Con la Lega che si è astenuta.
Come sempre parlano bene e razzolano male. Ci spiegheranno mai il perché di questa scelta illogica e contraria all’interesse nazionale?
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Romina Mura _ Deputata Partito Democratico