Ieri alla Camera due voti fondamentali per il futuro del Paese. Un voto per autorizzare il Governo a un secondo scostamento di bilancio del valore di 55 miliardi che si aggiungono ai 25 miliardi, primo ricorso al debito autorizzato dal Parlamento nello scorso mese di Marzo, utilizzati per finanziare gli interventi del Cura Italia.
Cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti, indennità per autonomi, partite iva e professionisti, interventi su welfare e sanità, sostegno alle famiglie. Nel giro di un trimestre saranno, così, 80 i miliardi utilizzati per sostenere il Paese stremato dal coronavirus.
L’Italia va messa in sicurezza. Da un punto di vista sanitario. Occorre costruire le condizioni che impediscano una nuova diffusione del contagio. Perciò sì alla riapertura, ma utilizzando tutte le precauzioni del caso.
Da un punto di vista economico. Ci muoviamo in un terreno minato. Occorre migliorare l’efficacia delle misure già adottate e affiancarle ad altre di maggiore impatto. E poi, non è pensabile che le lungaggini burocratiche e la complicazione, tipica dei processi decisionali e delle istruttorie a vari livelli, impediscano agli strumenti messi in campo di esplicare i loro effetti nella vita quotidiana di lavoratori, imprese e più in generale di tutti i cittadini.
Con questo sistema di anticorpi si guardi al futuro e si avviino i processi di cambiamento vero, senza lasciare indietro nessuno. In queste settimane di pandemia sono aumentate povertà e disuguaglianze.
Con il secondo voto, abbiamo detto SI al DEF, le cui previsioni risentono della variabile ‘coronavirus’ e le cui linee d’azione, sono finalizzate a sostenere e a rilanciare il nostro sistema socio-economico. Tutti interventi che dovranno essere determinanti per ridurre gli effetti della recessione e rimettere in moto il Paese.
Ne cito alcuni, i cui dettagli approfondiremo nel momento in cui saranno presentati i relativi decreti che li contengono.
- Verranno rafforzate, migliorate ed estese nel tempo le misure previste nel Cura Italia. Cassa integrazione per tutti i dipendenti. Indennità autonomi e partite Iva.
- Estensione e miglioramento misure di sospensione e agevolazione fiscale per le imprese e privati.
- Eliminazione definitiva aumento IVA e accise.
- Reddito di emergenza per tutti coloro che non hanno né reddito, né pensione e che non beneficiano di misure di sostegno sociale.
- Misure a fondo perduto per le imprese.
- Sostegno agli investimenti pubblici e privati.
- Pagamento debiti PA alle imprese.
- Specifici interventi per gli Enti territoriali.
Tutto ciò, inserito in un quadro di interventi complessivi in cui confluiranno anche gli strumenti europei su cui gli Stati si sono già in parte accordati e che di fatto segnano un cambio di passo della UE.
Mi riferisco al programma SURE (100 miliardi), per il finanziamento della cassa integrazione. Alle risorse BEI (200 miliardi), per garantire prestiti alle imprese, al MES (per l’Italia fino a 37 miliardi), quale nuova linea di credito per finanziare la sanità per i Paesi che sceglieranno di utilizzarlo.
Al Recovery Fund, il Piano Marshall di questa epoca storica, che attraverso l’emissione di titoli dovrebbe consentire, anche con contributi a fondo perduto, obiettivo per il quale l’Italia sta giocando un ruolo determinante, il finanziamento della ripresa e della rinascita europea. In particolare dovrebbe sostenere il rilancio dei sistemi economici di quei Paesi, l’Italia fra questi, maggiormente colpiti dal Coronavirus.
Innanzi a Noi un percorso complicato. Che per essere strutturato e completato ha bisogno di coraggio e ragionevolezza. In definitiva delle migliori energie del Paese.